Il pugno

Posted in Walcott with tags on 14 febbraio 2013 by FrammentAria

.

Il pugno stretto intorno al  cuore
allenta un poco la presa,  e  respiro
chiarore; ma si serra
di nuovo. Quando mai non ho amato
il mal  d’amore? Ma questo si è spinto

oltre l’amore fino alla mania. Questo ha la  stretta
ferrea del folle, questo è
aggrapparsi alla cornice dell’insania,  prima
di cadere ululando nell’abisso.

Tieni duro dunque, cuore, Così almeno vivi.

.

(“Il pugno” Derek Walcott)

The fist clenched round my heart
loosens a little, and I gasp
brightness; but it tightens
again. When have I ever not loved
the pain of love? But this has moved

past love to mania. This has the strong
clench of the madman, this is
gripping the ledge of unreason, before
plunging howling into the abyss.

Hold hard then, heart. This way at least you live.

(“The Fist”  Derek Walcott)

“Nelle vene del mare” Derek Walcott
collana “UN SECOLO DI POESIA”
edizione speciale per Corriere della Sera
A cura e traduzione di Matteo Campagnoli

In modo inimitabile la vita sa mentire

Posted in Cvetaeva with tags on 3 gennaio 2013 by FrammentAria

.

In modo inimitabile la vita sa mentire:
al di là di attese e smentite…
Ma dal tremito di tutte le vene
lo puoi capire: è viva!

Come stesi sull’erba: azzurro, afa…
(irretiti? che importa?) – cielo, suono…
Ronzio di cento pungiglioni…
Rallégrati! Sei stato tu a chiamare!

Non biasimarmi, amore, se in noi corpi
l’anima è stregabile a tal punto
che la fronte, ecco, inclina al sogno.
Sei stato tu a cantare!

Nel bianco libro dei tuoi silenzi,
nell’argilla selvaggia dei tuoi  «sì»,
quieta reclino l’aggetto della fronte:
giacché il palmo della mano è vita.

.

(“In modo inimitabile la vita sa mentire ” Marina Cvetaeva)

“Dopo la Russia” Marina Cvetaeva
collana “UN SECOLO DI POESIA”
edizione speciale per Corriere della Sera
A cura e traduzione di Serena Vitale

Onda che, avvolta, torni,

Posted in Pessoa with tags on 29 ottobre 2012 by FrammentAria

.

Onda che, avvolta, torni,
breve, al mare che ti portò,
e al recedere ti frastorni
come se il mare non fosse,

perché porti con te
solo la tua cessazione,
e, nel tornare al mare antico,
non porti il mio cuore?

E’ tanto tempo che l’ho
che mi pesa di sentirlo.
Portalo nel suono senza misura
con cui ti odo fuggire!

.

(“Onda che, avvolta, torni” Fernando Pessoa)

Onda que, enrolada, tornas,
Pequena, ao mar que te trouxe
E ao recuar te transtornas
Como se o mar nada fosse,

Porque é que levas contigo
Só a tua cessação,
E, ao voltar ao mar antigo,
Não levas meu coração?

Há tanto tempo que o tenho
Que me pesa de o sentir.
Leva-o no som sem tamanho
Com que te oiço fugir!

(“Onda que, enrolada, tornas” Fernando Pessoa)

“Poesie scelte” – Fernando Pessoa
Passigli Editori
traduzione: Luigi Panarese

Marina da guerra in amore

Posted in Majakovskij with tags on 2 Maggio 2012 by FrammentAria

.

Van sui mari scherzando in crociera
il torpediniero e la torpediniera.

E come la vespa s’attacca col miele,
così la torpediniera fedele.

E per il torpediniero, infinita
è la felicità della vita.

Ma li scoprì con gli occhiali sul naso
un riflettore pedante, per caso.

Una sirena fece la spia,
denunziandone a tutti la scia.

Fuggì via la torpediniera,
come al vento della bufera.

Ma il torpediniero ormai stanco,
poverino, fu còlto nel fianco.

Sull’oceano ora va la preghiera
della vedova torpediniera.

Dava forse agli uomini noia
quella loro semplice gioia?

(1915)

(“Marina da guerra in amore”  Vladimir Majakovskij)

Trad. di R. Poggioli

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“A piena voce. Poesie e poemi”  Vladimir Majakovskij
Arnoldo Mondadori Editore S.p.A.
Traduzioni: Giovanni Crino, Giovanni Giudici, Renato Poggioli,
Angelo Maria Ripellino, Mario Socrate

Epiloghi

Posted in Walcott with tags on 17 aprile 2012 by FrammentAria

.
Le cose non esplodono,
sbiadiscono, svaniscono,

come il sole svanisce dalla pelle,
come la spuma s’insabbia rapida a riva,

anche il lampo fulmineo d’amore
non finisce in un tuono,

ma muore col suono
dei fiori che svaniscono come pelle

sotto la pomice umida,
ogni cosa cospira a questo

finché non si resta
col silenzio che avvolge la testa di Beethoven.

.

(“Epiloghi” Derek Walcott)

Things do not explode,
they fail, they fade,

as sunlight fades from the flesh,
as the foam drains quick in the sand,

even love’s lightning flash
has no thunderous end,

it dies with the sound
of flowers fading like the flesh

from sweating pumice stone,
everything shapes this

till we are left
with the silence that surrounds Beethoven’s head.

(“Endings” Derek Walcott)

.

“Nelle vene del mare” Derek Walcott
collana “UN SECOLO DI POESIA”
edizione speciale per Corriere della Sera
A cura e traduzione di Matteo Campagnoli

Indizi

Posted in Cvetaeva with tags on 13 aprile 2012 by FrammentAria

.

Come spostando pietre:
geme ogni giuntura! Riconosco
l’amore dal dolore
lungo tutto il corpo.

Come un immenso campo aperto
alle bufere. Riconosco
l’amore dal lontano
di chi mi è accanto.

Come se mi avessero scavato
dentro fino al midollo. Riconosco
l’amore dal pianto delle vene
lungo tutto il corpo.

Vandalo in un’aureola
di vento! Riconosco
l’amore dallo strappo
delle più fedeli corde
vocali: ruggine, crudo sale
nella strettoia della gola.

Riconosco l’amore dal boato
– dal trillo beato –
lungo tutto il corpo!
.

(“Indizi” Marina Cvetaeva)

“Dopo la Russia” Marina Cvetaeva
collana “UN SECOLO DI POESIA”
edizione speciale per Corriere della Sera
A cura e traduzione di Serena Vitale

Semplice?

Posted in Jiménez with tags on 6 aprile 2012 by FrammentAria

.

Semplice?
              Le parole
vere;  quelle che occorrono
perché lei, sorridendo
tra le sue rose pure
di oggi, intenda.

Con un azzurro, un bianco, un verde
– esatti -,
si fa – vedi? – la primavera.

.

(106 – “Semplice?” –  Juan Ramón Jiménez)

 

¿Sencillo?
Las palabras
verdaderas,
lo justo para que ella, sonriendo
entre sus rosas puras de hoy,
lo comprenda.

Con un azul, un blanco, un verde
-justos-,
se hace-¿no ves?-la primavera.

 

( 106 – “¿Sencillo?”  – Juan Ramón Jiménez)

.

Diario de poeta y mar

“Diario di poeta e mare”    Juan Ramón Jiménez – Passigli Editori
Traduzione: Francesco Tentori Montalto

L’amore dopo l’amore

Posted in Walcott with tags on 29 febbraio 2012 by FrammentAria

.

Verrà il momento
in cui, con gioia,
saluterai te stesso mentre arrivi
alla tua porta, nel tuo specchio,
e ognuno sorriderà al benvenuto dell’altro,

dicendo: siediti qui. Mangia.
Amerai di nuovo l’estraneo che era te.
Offri vino. Offri pane. Rendi il cuore
a se stesso, all’estraneo che ti ha amato

per tutta la vita, che hai ignorato
per un altro, che ti conosce a memoria.
Togli le lettere d’amore dallo scaffale dei libri,

le foto, gli appunti disperati,
sbuccia la tua immagine dallo specchio.
Siediti. Banchetta con la tua vita.

.

(“L’amore dopo l’amore” Derek Walcott)

The time will come
when, with elation
you will greet yourself arriving
at your own door, in your own mirror
and each will smile at the other’s welcome,

and say, sit here. Eat.
You will love again the stranger who was your self.
Give wine. Give bread. Give back your heart
to itself, to the stranger who has loved you

all your life, whom you ignored
for another, who knows you by heart.
Take down the love letters from the bookshelf,

the photographs, the desperate notes,
peel your own image from the mirror.
Sit. Feast on your life.

(“Love After Love” Derek Walcott)

.

“Nelle vene del mare” Derek Walcott
collana “UN SECOLO DI POESIA”
edizione speciale per Corriere della Sera
A cura e traduzione di Matteo Campagnoli

Madrigale

Posted in García Lorca with tags on 17 febbraio 2012 by FrammentAria

.

Il mio bacio era una melagrana,
profonda e aperta;
la tua bocca una rosa
di carta.

Il fondo un campo di neve.

Le mie mani erano ferri
per le incudini;
il tuo corpo il tramonto
did’uno scampanio.

Il fondo un campo di neve.

E nel bucherellato
teschio turchese
fecero stalattiti
i miei ti amo.

Il fondo un campo di neve.

Si riempirono di muffa
i miei sogni infantili,
e perforò la luna
il mio dolore salomonico.

Il fondo un campo di neve.

Adesso, grave, insegno
all’alta scuola,
al mio amore e ai miei sogni
(cavallini senza occhi).

E il fondo è un campo di neve.

.

(“Madrigale” Federico García Lorca)


 

 

.

Mi beso era una granada,
profunda y abierta;
tu boca era rosa
de papel.

El fondo un campo de nieve.

Mis manos eran hierros
para los yunques;
tu cuerpo era el ocaso
de una campanada.

El fondo un campo de nieve.

En la agujereada
calavera azul
hicieron estalactitas
mis te quiero.

El fondo un campo de nieve.

Llenáronse de moho
mis sueños infantiles,
y taladró a la luna
mi dolor salomónico.

El fondo un campo de nieve.

Ahora maestro grave
a la alta escuela,
y mi amor y a mis sueños
(caballito sin ojos).

Y el fondo es un campo de nieve.

.

(“Madrigal” Federico García Lorca)

.

“Nuda canta la notte”  Federico García Lorca
collana “UN SECOLO DI POESIA”
edizione speciale per Corriere della Sera
A cura e traduzione di Valerio Nardoni

.

Immagine: Charles Moffat “Persephone with the Pomegranate” 2008

 

A Sofia

Posted in Shelley on 13 gennaio 2012 by FrammentAria

.

Tu sei bella, e poche son più belle
fra le ninfe dei mari e della terra;
son vesti che stan bene a chi le porta
queste tue membra soavi che,  muovendosi,
sempre cadono e cambiano e scintillano,
mentre la vita in esse danza.

I tuoi profondi occhi – un duplice Pianeta:
i più saggi, se li fissano, impazziscono
per il mite e chiaro fuoco, ventilato
dai pensieri di tenera allegrezza
che, come zefiri sull’onda, fanno
della tua dolce anima il loro guanciale.

Se ogni viso che dipingi nel riflesso
dei tuoi occhi impallidisce dal piacere,
se l’anima che langue viene meno quando ascolta
il ritmo indomito della tua arpa,
non ti meravigliar se, quando parli,
di tutti i cuori deboli, il mio sia il più debole.

Come rugiada sotto il soffio del mattino,
come il mare quando i turbini lo destano,
come gli uccelli all’avviso del tuono,
come ogni cosa muta, ma nel profondo scossa,
come chi sente uno spirito invisibile,
così è il mio cuore quando il tuo è vicino.

(“A Sofia” Percy Bysshe Shelley)
.

.

Thou art fair, and few are fairer
Of the Nymphs of earth or ocean;
They are robes that fit the wearer–
Those soft limbs of thine, whose motion
Ever falls and shifts and glances
As the life within them dances.

Thy deep eyes, a double Planet,
Gaze the wisest into madness
With soft clear fire,–the winds that fan it
Are those thoughts of tender gladness
Which, like zephyrs on the billow,
Make thy gentle soul their pillow.

If, whatever face thou paintest
In those eyes, grows pale with pleasure,
If the fainting soul is faintest
When it hears thy harp’s wild measure,
Wonder not that when thou speakest
Of the weak my heart is weakest.

As dew beneath the wind of morning,
As the sea which whirlwinds waken,
As the birds at thunder’s warning,
As aught mute yet deeply shaken,
As one who feels an unseen spirit
Is my heart when thine is near it.

(To Sophia” Percy Bysshe Shelley)

“OPERE” Percy Bysshe Shelley
Einaudi-Gallimard
Traduzione: Francesco Rognoni